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oficio il producere in lunghissimi tempi i nomi e l’opere de’ valenti uomini e delle valorose donne. La qual cosa quantunque facciano ancora gli storiografi, percioché noi fanno con cosi fiorito, con cosí rilevato, né con cosí ornato stilo, sono in ciò loro preposti i poeti; li quali in questa parte l’autore intende per la perseverante dimostrazione, la qual sempre davanti da sé porta i nomi e l’opere di coloro che son degni di laude. Ma puossi qui muovere un dubbio e dire: che hanno a fare gli uomini d’arme e le donne con coloro li quali per filosofia son famosi? Al quale si può cosí rispondere: non essere alcun nostro atto laudevole, che senza filosofica dimostrazione si possa adoperare. Stolta cosa è a credere che alcuno imperadore possa il suo esercito guidare ogni di salvamente, senza prendere i luoghi da accamparsi, trovare le vie per le quali aver con salvocondotto si possano le cose opportune all’eserciti, guardarsi dalle insidie, prender l’ordine o dare al combattere una cittá, ad assalire i nemici, al venire alla battaglia, se la disciplina militare, nella quale gli conviene essere ammaestratissimo, non gliela dimostra; e questa disciplina militare è fondata e stabilita sopra i discreti consigli della filosofia, li quali, quantunque non paia a molti sillogizzando prestarsi, nondimeno, se i ragionamenti, se i divisi, se i consigli si guarderanno tritamente, tutti dal discreto filosofo in sillogistica forma si riduceranno. E perciò se quegli, che ottimi maestri nella disciplina militar furono, co’ filosafi si ponghino e nominino; come filosafi in quella spezie de’ loro esercizi vi si pongono. Cosí ancora le donne, le quali castamente e onestamente vivono, e i loro ofici domestici discretamente e con ordine fanno, senza filosofica dimostrazione non gli fanno. E dobbiamo credere non sempre nelle cattedre, non sempre nelle scuole, non sempre nelle deputazioni leggersi e intendersi filosofia. Ella si legge spessissimamente ne’ petti degli uomini e delle donne. Sará la savia donna nella sua camera, e penserá al suo stato, alla sua qualitá: e di questo pensiero trarrá l’onor suo, oltre ad ogni altra cosa, consistere nella pudicizia, nell’amor del marito, nella gravitá donnesca, nella parsimonia, nella cura famigliare; trarrá ancora di questo pensiero