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meritamente biasimevole; esercitandosi ciascuno di prevalere agli altri in iscienza, in disciplina militare, in ben fare alla republica e in divenire glorioso tra gli uomini: e questo con lunghe fatiche e con gran pericoli della propria vita. E cosí si dee credere e ancora molto piú avrebbon fatto in onore del nome di Cristo, per la vita celestiale e per l’eterna gloria. Ma a doversi di ciò informare non potevan salire in cielo: né in terra era chi lor ne dicesse parole, né che a lor giudicio fosse degno di tanta fede.] [Se forse volessero alcuni dire: — Cosí come per forza d’ingegno essi adoperarono di conoscere i segreti riposti nel seno della natura e la cagion delle cose, e per saper queste seguivan gli studi caldei, gli egizi, gl’italici e gli altri quantunque lontani; e cosí per conoscere il vero Iddio si dovean faticare, e andar cercando quegli che maestri e dottori erano della ebraica legge, accioché di ciò gli ammaestrassero — potrebbesi consentire, i gentili dovere aver creduto gli ebrei dover esser maestri di questa veritá. Ma essi non si vedevan tra le nazioni del mondo d’alcuna preeminenza, né onorato il popolo ebreo, e massimamente a rispetto degli assiri, de’ greci, degli affricani e ultimamente de’ romani; anzi si vedea un piccol popolo pieno di vitupèri, di peccati e di scellerate operazioni, e ogni di essere da’ caldei e dagli egiziaci presi e straziati e menati in cattivitá e in servitudine, e essi e le lor femmine, e le loro cittá rubate, e ad esse esser disfatte le mura e talvolta tutte abbattute e desolate; per le quali cose assai di fede appo le nazioni strane alla loro religion si toglieva, e per questo essendo avuti in derisione, non era alcuno che mai a loro andato fosse. Erano, oltre a questo, gli ebrei intra se medesimi divisi, ché altra maniera servavano i giudei e altra maniera i sammaritani: e chi meglio di costor si facesse, non potevano le nazioni lontane discernere. Né è da dubitare che molto di fede non togliesse loro appo gli strani la divisione.] [Che dunque si può dire della ignoranza di coloro che, avanti che Cristo per li suoi messaggeri la legge, da lui data, essere stata data manifestasse, se non quello che davanti è stato detto, cioè che la loro ignoranza, si come ignoranza facli, si debba