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l’acqua, la terra e simigliami. Alle quali tutte e versi e onori e sacrifici s’ordinarono. E poi susseguentemente cominciarono diversi in diversi luoghi, chi con uno ingegno, chi con un altro, a farsi sopra la moltitudine indòtta della sua contrada maggiori; diffinendo le rozze quistioni, non secondo scritta legge, ché non l’aveano ancora, ma secondo alcuna naturale equitá, della quale piú uno che un altro era dotato; dando alla loro vita e alli loro costumi ordine, dalla natura medesima piú illuminati; resistendo con le loro corporali forze alle cose avverse possibili ad avvenire; e a chiamarsi re; e mostrarsi alla plebe e con servi e con ornamenti non usati infino a que’ tempi dagli uomini a farsi ubbidire; e ultimamente a farsi adorare. Il che, solo che fosse chi ’l presumesse, sanza troppa difficultá avvenia; percioché a’ rozzi popoli parevano, cosí vedendogli, non uomini ma iddii. Questi cotali, non fidandosi tanto delle lor forze, cominciarono ad aumentare le religioni, e con la fede di quelle a impaurire i suggetti e a strignere con sacramenti alla loro obbedienza quegli li quali non vi si sarebbono potuti con forza costrignere. E oltre a questo diedono opera a deificare li lor padri, li loro avoli e li loro maggiori, accioché piú fossero e temuti e avuti in reverenzia dal vulgo. Le quali cose non si poterono comodamente fare senza l’oficio de’ poeti, li quali, si per ampliare la loro fama, si per compiacere a’ prencipi, si per dilettare i sudditi, e si per persuadere il virtuosamente operare a ciascuno; quello che con aperto parlare saria suto della loro intenzione contrario, con fizioni varie e maestrevoli, male da’ grossi oggi non che a quel tempo intese, facevano credere quello che li prencipi volevan che si credesse; servando negli nuovi iddii e negli uomini, gli quali degl’iddíi nati fingevano, quello medesimo stile che nel vero Iddio solamente e nel suo lusingarlo avevan gli primi usato. Da questo si venne allo adequare i fatti de’ forti uomini a quegli degl’iddii; donde nacque il cantare con eccelso verso le battaglie e gli altri notábili fatti degli uomini mescolatamente con quegli degl’iddíi; il quale e fu ed è oggi, insieme con l’altre cose di sopra dette, uficio ed esercizio di ciascuno poeta. E percioché molti