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noi vivere ed essere dal tempo menati alla morte, e dopo quella, se male vivuti siamo, dannati. [E cosí possiam questa maniera, del passare in inferno, dire che sia per sentenza diffinitiva data da Dio, si come da giudice il quale esser non può in alcuna cosa ingannato: e come quegli cotali, che da questa sentenza dannati sono, hanno il fiume valicato, in rem indicatemi sono trapassati, senza dovere sperare che mai per alcuna cagione cotal sentenza si debba o possa rivocare: quantunque scioccamente Origene, per altro prudentissimo e grandissimo letterato uomo, mostrasse di credere Iddio alla fine del mondo dovere, non che d’altrui, ma eziandio de’ demòni, aver misericordia, e perdonar loro e menarnegli in vita eterna.] [La seconda maniera del trapassare in inferno, cioè di valicare il fiume d’Acheronte, par che l’autore voglia qui essere per una spezie di sentenza, la quale si chiama «interlocutoria», la quale nostro Signore dá in questa forma: che qualunque uomo cade in peccato mortale, sia incontanente messo nella prigione del diavolo; ma nondimeno esservi con questa condizione, che, se egli d’avere commesso quel peccato, per lo quale è servo del diavolo divenuto, si vuole riconoscere, e per penitenza riconciliarsi a Dio, che egli possa cesi uscire della detta prigione e ritornare in sua libertá; e, dove riconoscer non si voglia, s’intenda in perpetuo esser dannato a dovere stare in quella prigione, nella quale noi miseri tutto ’l di caggiamo, e all’unghie del diavolo di nostra volontá la gola porgiamo. La qual cosa avvenire discrive l’autore sotto questa Azione.] Dice adunque per se medesimo, e cosí ciascuno può per se medesimo intendere, che «La terra lagrimosa», cioè la presente vita, la quale è piena di lagrime e di miserie, «diede vento, Che balenò una luce vermiglia», cioè uno splendore grande in apparenza, vano e fugace si come è il vento, il quale ninno può né pigliare né tenere e sempre fugge. E questo splendore dice essere stato balenato da questa cosa vana, a dimostrazione che dalla vanitá delle cose della presente vita