Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/269

percioché quelle, che questa mortai vita finiscono nella grazia di Dio, non si dicono, secondo che i santi dicono, morire, ma d’una vita trapassare in altra, e quella essere eterna, nella quale il tempo non ha alcuna cosa a fare; percioché l’eternitá non patisce alcuna dimensione di tempo. De’ dannati non si può dir cosí, percioché di questa vita vanno in morte perpetua: e perciò pare che il tempo abbia a determinare con certo numero d’anni o di di lo spazio della presente vita, la quale per rispetto della morte perpetua fu a’ dannati morte, in quanto finirono questa vita, la quale, quantunque piena d’afflizioni e di fatiche sia, è nondimeno beata stata a’ dannati, per rispetto di quella alla quale in morte perpetua son trapassali. [Ma da vedere è quello che intender voglia l’autore per lo remo di questo nocchiere. È il remo un bastone lungo, col quale il nocchiere fa muovere la sua nave, e con esso la mena e dirizza d’un luogo ad un altro. Col quale remo l’autor dice questo dimonio battere l’anime, le quali s’adagiano nella sua nave, intendendo per questo la sollecitudine di coloro li quali all’acquisto delle cose temporali son tutti dati; percioché questa sollecitudine, dalla varietá del tempo e dalla qualitá delle cose imprese stimolata, non lascia alcun cupido sentire alcun riposo, ma igualmente il di e la notte o in pensieri o in opera gli tiene occupati, e sempre con nuove dimostrazioni a varie operazioni gli sospigne, molesta e affligge, in guisa che, non che riposo prendere possano, ma elle non lasciano altrui avere spazio di respirare. E, se di ciò per avventura alcuno esemplo aspettaste, lasciando stare la sollecitudine pastorale de’ sommi pontefici e le grandi imprese de’ re, de’ principi c de’ signori, riguardate con l’occhio della mente quelle de’ mercatanti, co* quali noi continuamente siamo: ogni piccolo movimento, ora in Inghilterra, ora in Fiandra, ora in Ispagna, ora in Cipri, ora in una parte e ora in un’altra, sollecitando, ricordando, avvisando, li fa scrivere, non lettere, ma volumi a’ lor compagni; e innanzi tratto sempre con sospetto 1’apportate ricevono; ogni vento gli tien sospesi a’ lor navili; né si piccolo romore di guerra nasce, che essi incontanente non temano delle merca-