Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/262

per un tremore della terra e per un baleno, vinto e caduto. Dice adunque: «Finito questo», cioè la dichiarazione fattami da Virgilio della prontezza deU’anime a trapassare il fiume, «la buia», cioè oscura, «campagna». «Campagna» sono luoghi piani e larghi, i quali ivi non si dee credere che sicno, ma usa il vocabolo largamente, auctoritatc poètica; c dé’si intendere per la qualitá di quello luogo dove vuole dare ad intendere che era, qual che si fosse, o montuoso o piano: «Tremò si forte». [Ma qui è da vedere che volle dire questo tremare, conciosiacosaché l’autore niente ponga senza cagione; e perciò è da sapere l’autore in ogni cosa porre quelli medesimi accidenti avvenire a’ dannati, che a coloro che in istato di grazia sono., ed in via di penitenzia. E quinci, se noi riguarderem bene, come all’entrare d’ogni cerchio di purgatorio si truova alcun agnolo, il quale, lietamente cantando, conforta chi sale in quello; cosí ad ogni cerchio d’inferno si truova alcun demonio, il quale orribilmente spaventa chi discende in esso. E cosí come il monte del purgatorio, quando alcuna anima purgata sale al cielo, tutto triema, c tutti gli spiriti di quello, sentendo il tremore, ed intendendo ciò che significa, da caritá mossi, cantano e ringraziano Iddio, che a sé quella anima beata chiama: cosí in inferno, come anime di nuovo vi caggiono, come dalle trasportate da Carón feciono, triema tutta la valle d’inferno: per la qual cosa l’anime dannate, che ciò sentono, intendendo venire anime ad accrescere la loro tristizia, tutte oltre al dolore usato si contristano e piangono.] E cosí l’autore mostra di volere in questa parte sentire, come che non sia cosa nuova, le parti intrinseche e cavernose della terra talvolta tremare, per la l’evoluzione dell’aere che in quelle è racchiuso e che vuole uscir fuori. «Che dello spavento, La mente», cioè il ricordarmene, «di sudore ancor mi bagna». Suole talvolta agli uomini subitamente spaventati, rifuggire dalle parti esteriori dentro al cuore, sentendolo temere, il sangue: e per questo coloro, alli quali questo avviene, rimangono pallidi e deboli e quasi insensibili; ed esse parti esteriori, premute dalla passione della paura, mandano per li pori fuori talvolta un’acqua fredda, la qual noi diciamo