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Ili - COMENTO ALLA «DIVINA COMMEDIA» non udi cosa alcuna del papale ammanto, ma udí cose le quali poi in processo di tempo, come detto è, furon cagione che Roma divenisse sedia del papa, come lungamente giá fu. «Andovvi poi», cioè lungo tempo dopo Enea, «il vaso d’elezione», cioè san Paolo, il quale non andò in inferno come Enea, ma fu rapito in paradiso, lá dove tu di’ che io andrò se io vorrò. La qual cosa è vera, si come egli medesimo testimonia, affermando sé aver vedute cose delle quali non è lecito agli uomini di favellare: e percioché Iddio l’aveva eletto per vaso dello Spirito santo, conoscendo il frutto che delle sue predicazioni doveva uscire, non è mirabile se Iddio di cosí fatta andata gli fu cortese, e massimamente considerando che egli v’andò, «Per recarne», quaggiú tra noi, «conforto a quella fede», cristiana, «Cli’è principio alla via di salvazione». E questo è certissimo, peroché, non possendosi gli alti segreti della divinitá per alcuna nostra ragione conoscere, è di necessitá, innanzi ad ogni altra cosa, che per fede si credano. Si che ben dice l’autore la fede cattolica esser principio alla via di salvazione; alla quale, ancora debole e fredda nelle menti di molti giá cristiani divenuti, san Paolo, con la dottrina appresa nel celeste regno, recò molto conforto, riscaldando colle sue predicazioni e con l’epistole le menti fredde e quasi ancora dubitanti. «Ma io perché venirvi?» ne’ luoghi ne’ quali tu mi prometti di menarmi, quasi dica: — per qual mio merito? — «o chi ’1 concede?», cioè che io in questi luoghi debba venire; volendo per questo intendere, come appresso dimostra, esser temeraria cosa l’andare in alcun segreto luogo, senza alcun merito o senza licenza. «Io non Enea», al quale Iddio fu cortese per le ragioni giá mostrate. Chi Enea fosse, ancora che a molti sia noto., nondimeno piú distesamente si dirá appresso nel quarto canto di questo libro, e però, quanto è al presente, basti quello che detto n’ è. «Io non Paolo sono». San Paolo fu del tribo di Beniamin, e fu per patria di Tarso cittá di Cilicia: [e avanti che divenisse cristiano, fu nelle scienze mondane assai ammaestrato, e G. Boccaccio, Scritti danteschi -1. 14