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un poeta conceduta, ch’egli concedette ad Affricano, a Pompeo, a Ottaviano e agli altri vittoriosi prencipi e solenni uomini: la qual cosa per avventura non considerano coloro che meno avvedutamente gli biasimano. E se per avventura volesson dire: — Noi gli biasimiamo perché furon gentili, le scritture de’ quali sono da schifare si come erronee; — direi che da tollerar fosse, se Platone, Aristotile, Ipocrate, Galieno, Euclide, Tolomeo e altri simili assai, cosí gentili come i poeti furono, fossero similemente schifati; il che non avvenendo, non si può forse altro dire se non che singular malivolenzia il faccia fare.] [Ma da rispondere è alle obbiezioni di questi valenti uomini fatte contro a’ poeti.] [Dicono adunque, aiutati dall’autoritá di Platone, che i poeti sono da esser cacciati delle cittá, quasi corrompitori de’ buoni costumi. La qual cosa negare non si può che Plato nel libro della sua Republica non lo scriva; ma le sue parole non bene intese da questi cotali fanno loro queste cose senza sentimento dire. Fu ne’ tempi di Platone, e avanti, e poi perseverò lungamente, ed eziandio in Roma, una spezie di poeti comici, li quali, per acquistare ricchezze e il favore del popolo, componevan lor commedie, nelle quali fingevano certi adultèri e altre disoneste cose, state perpetrate dagli uomini, li quali la stoltizia di quella etá aveva mescolati nel numero degl’iddii; e queste cotal commedie poi recitavano nella scena, cioè in una piccola casetta, la quale era constituita nel mezzo del teatro, stando dintorno alla detta scena tutto il popolo, e gli uomini e le femmine, della cittá ad udire. E non gli traeva tanto il diletto e il disiderio di udire, quanto di vedere i giuochi che dalla recitazione del commedo procedevano; i quali erano in questa forma: che una spezie di buffoni, chiamati «mimi», l’uficio de’ quali è sapere contraffare gli atti degli uomini, uscivano di quella scena, informati dal commedo in quegli abiti ch’erano convenienti a quelle persone, gli atti delle quali dovevano contraffare, e questi cotali atti, onesti o disonesti che fossero, secondo che il commedo diceva, facevano. E, percioché spesso vi si facevano intorno agli adultèri, che i commedi recitavano, di disoneste cose, si