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Appennino e gli Alpi e ’l mare Adriano; e avanti che Lombardia si chiamasse, fu chiamata Gallia, da’ galli che quella occuparono e cacciaronne i toscani; e prima che Gallia si chiamasse, quella parte dove è Mantova, fu chiamata Venezia, da quegli èneti che seguirono Antenore troiano dopo il disfacimento di Troia. La cagione perché Lombardia si chiama, è che, partitisi certi popoli dell’isola di Scandinavia, la quale è tra ponente e tramontana in Oceano, chiamati dalle barbe grandi e da’ capegli, li quali s’intorcevano davanti al viso, «longobardi», e sotto diversi signori, e dopo lunghissimo tempo in varie regioni venendo, dimorati, si fermarono in Ungheria, e in quella stettero nel torno di quarantasei anni; poi, a’ tempi di Giustiniano imperadore, essendo patricio in Italia per lui un suo eunuco, chiamato Narsete, e non essendo bene nella grazia di Sofia, moglie di Giustiniano, ed essendo da lei minacciato che richiamare il farebbe e metterebbelo a filare colle femmine sue, sdegnato rispose che, s’ella sapesse filare, al bisogno le sarebbe venuto, percioché egli ordirebbe tal tela, ch’ella non la fornirebbe di tessere in vita sua; e carichi molti somieri di diversi frutti, con una solenne ambasciata gli mandò in Ungheria ad Albuino, il quale allora era re de’ longobardi, mandandolo pregando che egli co’ suoi popoli venissero ad abitare quel paese, ove quegli frutti nascevano. Albuino, che giá in Gallia era stato, ed era amico di Narsete, lasciata Ungheria a certi popoli vicini, li quali si chiamavano avari, in Gallia con tutti i suoi maschi e femmine, piccoli e grandi, ne venne, e con la loro forza, e col consiglio e aiuto di Narsete, tutto il paese occuparono; e, toltogli il nome antico, da sé lo dinominarono Lombardia, il qual nome infino a’ nostri di persevera. «Mantovani, per patria, amendui». Mantova fu giá notabil cittá; ma, percioché d’essa si tratterá nel ventesimo canto di questo pienamente, qui non curo di piú scriverne. «Nacqui sub lulio, ancor che fosse tardi». Qui dimostra Virgilio chi egli fosse dal tempo della sua nativitá. E’ pare che l’autore voglia lui esser nato vicino al fine della dettatura di Giulio Cesare, la qual cosa non veggo come esser potesse;