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ornato e leggiadro e sublime; delle quali cose nulla sente il volgar delle femmine. Non dico però che, se in versi latini fosse, non mutato il peso delle parole volgari, ch’egli non fosse molto piú artificioso e piú sublime, percioché molto piú d’arte e di gravitá ha nel parlar latino che nel materno.] [E appresso, dell’arte spettante al commedo;] mai nella commedia non introducere se medesimo in alcun atto a parlare, ma sempre a varie persone, che in diversi luoghi e tempi e per diverse cagioni deduce a parlare insieme, fa ragionare quello che crede che appartenga al tema impreso della commedia: dove in questo libro, lasciato l’artificio del commedo, l’autore spessissime volte, e quasi sempre, or di sé or d’altrui ragionando favella. Similmente nelle commedie non s’usano comparazioni né recitazioni d’altre istorie che di quelle che al tema assunto appartengono; dove in questo libro si pongono comparazioni infinite, e assai istorie si raccontano, che dirittamente non fanno al principale intento. Sono ancora le cose, che nelle commedie si raccontano, cose che per avventura mai non furono, quantunque non sieno si strane da’ costumi degli uomini che essere state non possano: la sustanziale istoria del presente libro, dello essere dannati i peccatori, che ne’ lor peccati muoiono, a perpetua pena, e quegli, che nella grazia di Dio trapassano, essere elevati all’eterna gloria, è, secondo la cattolica fede, vera e santa sempre. Chiamano, oltre a tutto questo, i commedi le parti intra sé distinte delle lor commedie «scene»; percioché, recitando li commedi quelle nel luogo detto «scena», nel mezzo del teatro, quante volte introducevano varie persone a ragionare, tante della scena uscivano i mimi trasformati da quelli che prima avevano parlato e fatto alcun atto, e in forma di quegli che parlar doveano, venivano davanti al popolo riguardante e ascoltante il commedo che recitava: dove il nostro autore chiama «canti» le parti della sua Commedia. E cosí, accioché fine pognamo agli argomenti, pare, come di sopra è detto, non convenirsi a questo libro nome di «commedia». Né si può dire non essere stato della mente dell’autore che questo libro non si chiamasse «commedia», come