Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/104

98 l'elegia di madonna fiammetta


«Oh come è dilettevole, e quanto è grazioso con tranquillo e libero animo il premere le ripe de’ trascorrenti fiumi, e sopra i nudi cespiti menare li lievi sonni, li quali il fuggente rivo con mormorevoli suoni e dolci senza paura nutrica! Questi senza alcuna invidia sono conceduti al povero abitante le ville, molto piú da disiderare che quelli, li quali, allettati con piú lusinghe sovente o da pronte sollecitudini cittadine o da strepiti di tumultuante famiglia sono rotti. La costui fame, se forse alcuna volta lo stimola, li colti pomi nelle fedelissime selve raccolti la scacciano, e le nuove erbette di loro propria volontá fuori della terra uscite sopra li piccioli monti ancora gli ministrano saporosi cibi. Oh quanto gli è, a temperare la sete, dolce l’acqua della fonte presa e del rivo con concava mano. Oh infelice sollecitudine de’ mondani, a sostentamento de’ quali la natura richiede e apparecchia leggierissime cose! Noi nell’infinita moltitudine di cibi la sazietá del corpo crediamo compiere, non accorgendoci in quelli essere le cagioni nascose, per le quali gli ordinati umori spesse volte sono piuttosto corrotti che sostentati; e alli lavorati beveraggi apprestando l’oro e le cavate gemme, sovente in essi veggiamo gustare li veleni frigidissimi, e se non questi, almeno Venere pur si bee; e talvolta per quelli a sicurtá soverchia si viene, per la quale, o con parole o con fatti, misera vita o vituperevole morte s’acquista. E spesse volte avviene che, molti di quelli avendo bevuti, assai peggio che insensato corpo n’è renduto il bevitore. A costui li Satiri, li Fauni, le Driadi, le Naiadi, le Ninfe33 fanno semplice compagnia; costui non sa che si sia Venere né il suo biforme figliuolo34, e se pur la conosce, rozzissima sente la forma sua, e poco ama.

«Deh, or fosse stato piacere d’Iddio, che io similmente mai conosciuta l’avessi, e da semplice compagnia visitata, rozza mi fossi vivuta! Io sarei lontana da queste insanabili sollecitudini che io sostengo, e l’anima insieme con la mia fama santissime non curerebbono di vedere le mondane feste simili al vento che vola, né da quelle vedute avrebbero an-