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82 Capitolo quarto

vedo il perchè di una tale esclusione, sembrandomi logico di ascrivere al plancton così le specie microscopiche come i grandi Cetacei (Balene, Capodogli, ecc.), i quali nell’era geologica presente battono il «record» della statura animale.

Trattare a fondo degli aspetti e delle vicende della vita nel mondo planctonico sarebbe compito troppo lungo per l’indole di questo lavoro; mi contenterò di metterne in evidenza le linee più generali e gli episodi più interessanti.

Anzitutto il fondo marino non entra in campo come modificatore di forme e di abitudini, mancano quindi nel plancton tutti quegli svariati adattamenti che col fondo hanno relazione. Una cosa è necessaria al plancton: mentenersi in equilibrio in seno al liquido. E l’impressione di trasparenza e di tenuità che ogni novizio riporta dall’esame di un saggio qualunque di plancton indica già con quale mezzo la Natura abbia soddisfatto al bisogno. Molto spesso il corpo è impregnato di una grande quantità d’acqua che lo rende più leggero, ne acquistano trasparenza più o meno perfetta non soltanto le cellule dei tessuti, ma anche le sostanze intercellulari che talvolta si sviluppano in masse considerevoli di diafana gelatina. Tali masse formano una parte preponderante nel corpo delle Meduse e di alcuni Molluschi pelagici; in talune specie la trasparenza è tanto perfetta da renderli pressoché invisibili, sotto certe incidenze di luce, anche all’occhio esercitato del naturalista. Tutto ciò che v’ha di pesante e d’ingombrante nell’organismo tende a ridursi o a scomparire del tutto; questo fenomeno si manifesta nella conchiglia dei Molluschi; nel mantello dei Tunicati, ecc.