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venanzi cav. giovanni

Correva il 30 Aprile. — Il Venanzi comandando un distaccamento della sua compagnia, traversa Villa Giraud, dando battaglia ed inseguendo alla baionetta il nemico, nel che interviene il prode Masina, il quale dà splendide prove di eroismo, che sempre più incuora. — Alla vigna Tallongo si scontra col grosso dei Francesi, che erano stati tagliati fuori, li circonda, e molti di essi si rendono prigionieri. — A Velletri la compagnia, di cui egli fà parte, riceve l’onore di esser comandata dal Generale Garibaldi in persona, il quale la slancia all’assalto del monte dei Cappuccini sotto il fuoco delle artiglierie borboniche. — Si fanno prodigi di valore, e si riesce a cacciare i nemici, e a stabilire su quella posizione i cannoni. — Proseguono i disperati combattimenti, ed il 3 Giugno ed il 2 Luglio vanno ricordati per le battaglie date sui monti Parioli, alle galliche schiere nemiche d’Italia. —

Tramontava dai sette colli il sole della libertà, e la notte della schiavitù si stendeva di nuovo sopra le terre italiane. — I tiranni, sanguinanti le mani, stringevan lo scettro dei despoti, e siedevano tremebondi nell’anima sopra i troni tarlati. —

Era nel suo corso l’anno 1850, quando i patriotti si stringevano in segreta intelligenza per giungere di nuovo alla sospirata conquista della libertà e indipendenza della patria. — Il Venanzi fu tra gli organizzatori dell’associazione Nazionale, costituita su libere basi, ed al punto di raccogliere la generalità delle masse. Non curando egli le forme, ma avendo per meta l’unità ed indipendenza Nazionale, si schierò fra coloro che fecero sacramento di seguire la bandiera che prima s’innalzasse, per giungere al conseguimento di quel bene supremo. — Però è noto, come di taluni idealisti la tenacità e la intolleranza, la esagerazione delle passioni, e la discordia degli animi, facessero crollare una immensa mole di difesa, che un popolo vinto ma non domato, avea saputo creare, e come facesse abortire l’opera di un rivolgimento, da cui la salute della patria sarebbe derivata. —

Le persecuzioni quindi del papale governo si fecero efferate, crudeli, continue, ed il Venanzi principalmente ne fu preso di mira, per modo che voleanlo anche di tutte le sostanze privare, onde contro una commissione pontificia a tale effetto incaricata, dovette egli anche dinnanzi ai Tribunali combattere, sostenuto da quel valentissimo avvocato che fu Altobrando Viviani, e dal chiarissimo procuratore Augusto Zuccarelli. — E nonostante gli strani soprusi, le vigliacche cavillazioni, e gli atti frodolenti da quella commissione adoperati, in accordo col retrogrado e servile Municipio di quel tempo, riportò il Venanzi trionfo, che fu grandissimo per l’interesse morale, e politico, sebbene umile per l’interesse materiale, giacchè la sua proprietà si era di molto