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capo xxvii. 275

contradditorie, le scandalose discordie de’ Padri, i maneggi, gli artifizi, le astuzie, le violenze, la niuna libertà da una parte, le querele e la resistenza dall’altra, i partiti di mezzo o i sotterfugi usati per cansare o vincere le difficoltà, era certo che quella sinodo doveva perdere assai della pretesa sua celeste origine. «Questo concilio, dice ancora Frà Paolo, desiderato dagli uomini pii per riunire la Chiesa che cominciava a dividersi, ha così stabilito lo scisma e ostinate le parti che ha fatte le discordie irreconciliabili; e maneggiato dai principi per riforma dell’ordine ecclesiastico, ha causato la maggior disformazione che sia mai stata da che il nome cristiano si ode, e dalli vescovi adoperato per racquistar l’autorità episcopale, passata in gran parte nel solo pontefice romano, l’ha fatta loro perdere tutta intieramente, ed interessati loro stessi nella propria servitù. Ma temuto e sfuggito dalla corte di Roma, come mezzo efficace per moderare la esorbitante potenza, dai piccioli principii pervenuta con varii progressi ad un’eccesso illimitato, gliel’ha talmente stabilita e confermata sopra la parte restatale soggetta, che non fu mai tanta, nè così ben radicata». Le quali verità primordiali sono poi abbondevolmente dimostrate da’ fatti; e si legga l’Istoria di Frà Paolo o quella del suo avversario, sempre risulta che i Padri di Trento col ridurre a forma dogmatica alcuni principii incerti o disputabili, e su cui gli stessi teologi tridentini non erano bene di accordo, anzichè conciliare i dispareri surti fra cristiani stabilirono una linea di perpetua separazione fra i pa-