Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/263


capo xxvii. 255

potevano anco lasciare nello stato in cui erano innanzi senza il minimo pregiudizio nella fede delle moltitudini. Religione e politica, interessi materiali e fanatismo, guerre e maneggi, e una gara pressochè continua di scaltrimenti e di conflitti tra il sacerdozio e l’impero, tra il partito innovatore e il partito stazionario, formano presso che il soggetto su cui versa l’Istoria del Concilio Tridentino di Frà Paolo Sarpi.

Fu ed è tuttavia questione grande fra i critici, e non immeritevole di essere sodamente discussa, circa il tempo e l’occasione in cui egli la scrisse; e chi affermò durante l’interdetto per far fronte alla corte di Roma, altri in risposta alla medesima pel libretto dello Squitinio, altri in vendetta di non essere stato fatto cardinale. Il più bello si è che a suo sostegno ciascuno adduce il testimonio di Frà Paolo, o di Frà Fulgenzio, o di qualche altro contemporaneo che dalla bocca del Sarpi lo apprese; il che mi ricorda le controversie degli antichi dottori della Chiesa, che nelle disputazioni loro producevano tutti la tradizione apostolica, benchè nelle opinioni fossero agli antipodi l’uno dall’altro. Non è bisogno di confutare le ipotesi sopraddette, perchè delle più comuni ho discorso a suo luogo, e le altre cadono da sè per le cose narrate qui addietro.

Conviene per altro ricordare come il Grisellini abbia preteso e sostenuto replicatamente che Frà Paolo incominciasse a scrivere la sua Istoria quando ancor giovinetto di 18 a 22 anni era teologo del duca di Mantova; e a prova adduce le parole istesse dell’autore che nel libro primo la chiama fatica