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86 capo v.

Questo artifizio di malignare le più occulte intenzioni degli uomini, è quanto la viltà, l’invidia e la vera ipocrisia hanno potuto inventare di più reprobo contro il genere umano. Il più religioso non è quello che dice più Pater nostri, ma quello che più gli mette in pratica; e se con questa regola si misurasse la pietà, il mondo sarebbe assai meno girandolato dalla furfanteria de’ falsi divoti.

Quello di che i pinzocheri possono rimproverare il Sarpi, è che, toltene i primi anni del suo sacerdozio, non volle mai brigarsi di confessionario: ottimo esercizio invero, ma troppo spesso degradato da pettegolezzi, da avarizia e da rigiri profani. Altronde non mancando in questo particolare chi supplisse alle sue veci, poteva occupare il suo tempo molto più utilmente che non ad ascoltare le cianciafruscole di qualche donnicciuola.

Otto ore impiegava quotidianamente a scrivere o a leggere, e leggeva quanti libri gli capitavano alle mani. In ogni genere di lettura notava le cose memorabili, statuiva confronti e faceva sui libri osservazioni e richiami.

Le matematiche erano più amorevolmente da lui accarezzate, e quasi non passava giorno che non se ne occupasse o sciogliendo problemi, o delineando figure astronomiche o mappe geografiche, o studiando le produzioni de’ più recenti autori e commentandole o rischiarandole.

Il dopo pranzo lo passava di solito in esperimenti di fisica o di chimica o di anatomia o di meccanica, perfezionando macchine ed istrumenti.