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76 capo iv.

quel ch’è nell’oggetto sensibile, ma solo quel che appare; quindi possiamo sempre assicurarci per questa via d’ogni verità.

«Se dall’idea universale di un tale sistema si passi a considerarlo nelle sue parti, se ne incontrano molte degne di ammirazione: prima, il metodo ragionato e geometrico con cui si procede da cosa a cosa; quindi non poche scoperte che dopo di Frà Paolo parvero nuove. L’osservazione per esempio che sensazioni non sieno altrimenti negli oggetti, ma bensì nell’intelletto nostro, quantunque Platone l’abbia accennata, parve nuova nelle recenti filosofie; e il Sarpi lo dimostra nel principio con una serie di ragionamenti, che senza bisogno di ricorrere alla esperienza pienamente convince. Quindi volendo egli con Aristotele, che tutto ciò che abbiamo nell’intelletto venga dai sensi, mette in campo il principio della riflessione che fece tanto onore al Lock e che libera quel sistema da moltissime difficoltà, per altro insormontabili.

«In tal guisa dalle prime idee procedenti dai sensi egli forma col mezzo dell’intelletto agente o della virtù distintiva tutte le altre che servono al discorso, le quali dividendosi dall’autore inglese in semplici e composte, il nostro filosofo non ne lascia indietro veruna.

«Lo previene del pari nel definire la sostanza; posciachè la fa risultare dalla moltiplicità delle idee che vi si mostrano senza potervisi conoscere il fondamento che le sostiene, e in questo fondamento occulto dice consistere quello che noi chiamiamo sostanza. Addita altresì il modo con cui l’uomo for-