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capo iv. 69

in un volume intanto che si trovava a Roma procuratore dell’Ordine e che veduto dal Grisellini ne dà la seguente analisi.

«In due parti o classi, dice egli, aveva divise le sue esperienze: la prima ne raccoglieva buon numero dettate senz’ordine, e l’altra 141 regolarmente disposte sì che potevano bastare a dare una compiuta idea de’ fenomeni magnetici. Trattavano della inclinazione dell’ago calamitato, del modo di scoprire i due poli della maggiore attrazione e ripulsione, e la nuova generazione di loro. E v’erano sperienze assai sulla differente attrazione e ripulsione, sulla comunicazione del magnetismo colla calamita e col ferro calamitato, sull’accrescimento di esso ne’ corpi che ne sono capevoli, sull’azione vicendevole de’ corpi calamitati, sugli effetti svariati prodotti nelle sfere degli orologi dalla diversa disposizione de’ corpi calamitati rispetto a loro, sopra l’irreparabile perdita che avviene nella calamita e ne’ corpi calamitati per via del fuoco, e in fine sul particolare magnetismo del ferro indipendentemente comunicatogli col mezzo della confricazione o in altro modo».

Osserva poi che il napoletano Porta, benchè molte cose avesse apprese dal nostro frate, ebbe poca cognizione de’ movimenti magnetici; mentre Guglielmo Gilbert, inglese, trattò ampiamente questa materia e con successiva progressione di scoperte apre un teatro di fenomeni così vasto ed esteso che, per dir vero, non gli si può negare il merito d’avere in codesta provincia della fisica fatto passi giganteschi. Indi soggiunge: