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capo xvii. 349

cenziate e lasciate in propria balìa. Ruffino che tanto gli era caro e che sempre condusse con lui, partì col fratello per Napoli, poi per la miseria di entrambi, lasciato in abbandono, fra gli stenti e la fame divenne pazzo, e condottosi a Venezia mendicante e mezzo ignudo fu oggetto di un crudele ludibrio ai fanciulli ed alla plebaglia.

Ora sarà il lettore curioso di sapere i motivi di quella improvvisa risoluzione del pontefice. Era giunto in Roma il cardinale Mellini stato in Germania legato del pontefice per assistere all’incoronamento dell’imperatore Ridolfo e trattare faccende spettanti agli interessi della Santa Sede; e narrò a Paolo V lo scandalo de’ cattolici e le satire de’ protestanti avverso la Corte che concedeva una così manifesta protezione a gente stimata da tutto il mondo esecrabile. Paolo V che sentiva altamente di sè e della dignità della sua Sede, si riscosse e comandò risolutamente che fosse smorbata la città di que’ scellerati. Del Parrasio si colse il pretesto che era rientrato senza licenza negli Stati della Chiesa; e quanto al Poma, non si voleva da prima che espellerlo, ma poi fu giudicato migliore consiglio di tenerlo ben guardato.


fine del primo volume.