Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/323


capo xvi. 315

Orsini di San Gemini; chè a quei tempi le case dei grandi godevano il privilegio di dare asilo alle più vili schiume rigettate dalla società. Questo bel mobile cercava compagni per un certo effetto che doveva fare a Venezia per ordine, com’ei diceva, dei padroni di qui, cioè di Roma, e pel quale gli erano stati promessi 55,000 scudi. Aveva ottenuto dal papa (così egli o il suo denunciatore, ma più probabilmente dalla Penitenzieria) una assoluzione che mostrò ad alcuni amici, fra i quali ad un Flavio di Sassoferrato che rivelò ogni cosa al Contarini. Diceva ancora di avere parlato col papa: ciò forse non era vero; ma era verissimo che andava spesso da un Fuccioli segretario della Consulta, al quale, appena giunto nell’anticamera, era tosto introdotto. Prima di partire da Roma gli furono pagati 170, o 180 scudi da una banca, cui sciupò immediatamente fra donne e bagordi; a Ferrara gli furono pagati altri 8000 ducati, forse per stipendiare o premiare i compagni. Così scriveva l’ambasciatore; ma queste cifre di 55,000 e di 8000 mi sembrano esagerate, quando non sia errore del manoscritto di cui mi servo: nel documento originale si legge forse 5000 e 800. Comunque sia, la lettera dell’ambasciatore non potè essere giunta a Venezia se non se qualche giorno prima del succeduto assassinio di Frà Paolo. L’Orlandini, appena capitato sul territorio di San Marco, fu arrestato e condotto nelle carceri dei Decemviri, dove probabilmente il boia avrà strozzato una vita già contaminata da tanti delitti.

Non è chiaro quale fosse la missione di così terribile sicario; ma il Sassoferrato assicurava che do-