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capo xiv. 299

che non potranno più riprodursi favorevoli a lui se non colle medesime circostanze. Il papato è decrepito, ed ogni rivolgimento sociale è un canto funebre che lo accompagna alla tomba. Ma potrebbe ringiovanire? Sarebbe un fenomeno straordinario, ma non impossibile; e potrebbe fare questo miracolo un pontefice che conoscendo il suo secolo e la sua posizione retrocedesse di un salto il cammino erroneo che già lungo tempo percorsero i suoi antecessori, e raccogliesse intorno a sè la grande famiglia cristiana, sperperata e divisa, e si facesse l’interprete de’ pensieri de’ popoli. Dico cosa nuova ma vera: i liberali, continuazione del partito guelfo tanto utile a’ papi, ed ora al papato nemici, sarebbero i primi a schierarsi sotto le sue insegne; e quelli che ora discreditano la bolla e gli anatemi di Pio VII contro i Carbonari, diventerebbero i campioni della bolla e degli anatemi di Giovanni XXII contro gli occupatori della Italia.

Le accennate considerazioni non hanno, a dir vero, una relazione immediata colla vita di Frà Paolo; ma le portai come illustrazioni o conseguenze dei grandi principii da lui stabiliti. Io penso che la vita degli ingegni straordinari debba essere considerata sotto il doppio aspetto dei vecchi errori che dovettero vincere e delle future verità che pronosticarono, a fronte di che sono poca cosa le azioni loro misurate dal tempo e causate dalle vicissitudini umane. Mangiare, bere, dormire, riprodursi, moversi o riposare sono comuni a tutti gli animali; avventure più o meno bizzarre sono accidenti della fortuna, e la vita che più ne abbonda non è che il romanzo