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capo xiv. 297

quel torno i gesuiti furono scacciati dal Portogallo, dalla Spagna e dalla Francia, e pochi anni dopo fu soppressa la loro società. Verso il 1780 incominciarono le radicali riforme di Leopoldo gran duca di Toscana e di Scipione Ricci vescovo di Pistoia e Prato, il quale non fece che ridurre in pratica i precetti del famoso Servita. Confrontando colle opere di questo le Memorie del celebre e virtuoso prelato, vi si riscontra la massima conformità d’idee, e non di rado il vescovo di Pistoia non fa che ripetere i pensieri del Sarpi, colle sue parole istesse, od ampliandole.

Ora il papato si trova alle ultime agonie: in 40 anni pericolò cinque volte la sua esistenza. Nel 98 fu atterrato dalla rivoluzione di Francia; nel 1800 i re confederati passeggiavano sulle sue rovine e nutrivano il pensiero di renderle irreparabili, e ne furono distolti dalle vittorie de’ Francesi: il papato risurto nel 1801 fu nuovamente abattuto nel 1809; nel 1814 deve a Napoleone la sua esistenza, perchè se continuava più a lungo la prigionia di Pio VII, è dubbio grave se la Santa Alleanza fosse per restituitali tutti i suoi Stati. Nel 1817 due potenti principi d’Italia pattovirono lo spartimento de’ dominii ponteficii, e fallì la trama pei rivolgimenti ulteriori di quella provincia e pel bisogno risurto nei re di conciliarsi il sacerdozio; e ciò nulla ostante il papato, in balia dei sempre crescenti suoi errori, continua ad essere minacciato dal secolo retrogrado e dal progressivo.

In mezzo a tai pericoli, e nella abiezione in cui è tenuta da quelli che pur fingono di accarezzarla,