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partenevano tra quelli che più interessavano la vita sociale, essendo continue le prepotenze de’ cherici, le querele dei laici, e le liti tra il secolare e l’ecclesiastico intorno a privilegi ed esenzioni delle persone di Chiesa; quindi l’applicazione de’ principii del Sarpi doveva produrre conseguenze infinite e col tempo mutar faccia, come fece, alla costituzione degli Stati cattolici. Infatti smossa da lui la immensa materia del jus pubblico-ecclesiastico s’incominciò ad indagare con profondità l’origine di tante prerogative di cui ciascuno sentiva l’ingiustizia e che pure erano fatte credere di diritto divino e calate dal cielo. Frà Paolo dovendo ribattere i suoi avversari, si trovò nella necessità di esaminare diligentemente molti punti di storia e di giurisprudenza, donde ebbe agio di notare la falsità delle vecchie decretali, molte manomissioni fatte dai Curiali nei libri degli antichi, molti errori sparsi nel corpo del diritto canonico, le esagerazioni de’ suoi glossatori, e la insussistenza di alcuni fatti su cui facevano grande appuntamento i suoi avversari. I quali fortunati tentativi spianarono la via ad altri critici e giureconsulti, quali furono il Casaubono, il Vossio, il Grozio, e quindi i Blondel e i Pagi e i Demarca e i Tommasini e i Bossuet e i Van Espen.

Per converso l’autorità de’ pontefici cominciò a declinare: per la prima volta furono obbligati a confessare che non erano infallibili, e a rivelare l’arcano fatale che non erano invulnerabili. Quindi svanì la magia che già da secoli abbagliava il mondo; e nello scorcio di pochi anni tutti gli Stati cattolici quale sopra un soggetto e quale sopra un altro vol-