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286 capo xiv.

il cristianesimo con allegorismi inintelligibili e con un fanatico misticismo, tenendosi essi tuttavia in termini ipotetici non sono condannati da San Paolo, sì solamente biasimati, chiamando la loro scienza vana e le interminabili loro genealogie di enti allegorici, origine di dispute.

E fu per questa libertà acconsentita al pensiero che il cristianesimo progredì rapidamente e potè contare nel suo seno i più celebri filosofi, e che fu chiamato dai dottori cristiani una nuova filosofia: molti di quei dottori portarono opinioni intorno alla teologia naturale o mistica, che se le avessero esternate più secoli dopo, invece che sono santi, sarebbero eretici.

Ma volle fatalità che la religione più liberale dovesse diventare la più tirannica. Imperocchè alcuni uomini presontuosi e inquieti cominciarono a fabbricar sistemi e a pretendere di soggettarvi anco gli altri; quindi nacquero le sêtte e dalle sêtte le discordie; ed abbandonato il criterio della ragione che solo poteva conciliare le differenze, gli fu sostituito il mal vezzo di ricorrere alle autorità, ciò che contribuì ad eternare le dispute, perchè le autorità portate dagli uni non erano credute dagli altri che chiamavano altre autorità in loro favore: e alla ostinazione delle parti arrogendosi le ambizioni e le invidie, i cristiani si perseguitavano fra di loro e si calunniavano reciprocamente d’infamia e di eresia; mentre la lite consisteva troppo spesso in ambiguità e sofisticherie da grammatici. La lite dell’Arianismo, famosa e piena di scandali, si riduceva ad un vocabolo cui gli uni volevano che fosse