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capo xii. 247


Ricordando ciò che scrisse Frà Paolo in occasione dell’interdetto, non fo qui parola di un libro che ebbe molta voga oltremonti e fu anco tradotto in francese col titolo Diritto dei Sovrani difesi contro le scomuniche e gli interdetti de’ papi: e in italiano ha per titolo Consolazione della mente, ecc.; perchè non è di Frà Paolo, come dimostrerò nell’Appendice Bibliografica. Per ora basti averlo accennato.

Qui appresso abbiamo vedute alcune delle massime de’ Veneziani, dirò le altre per poi metterle a confronto con quelle de’ papalisti: e se il lettore non troverà nuove le prime, perocchè ora sono diventate principii di diritto comune, bene sarà sorpreso per le seconde; e più ancora quando sappia che le massime dei Veneziani erano a quei tempi riputate a Roma eresie, e le opposte articoli di fede.

Iddio, dice Frà Paolo, ha costituito due governi nel mondo, supremi, indipendenti a vicenda. L’uno spirituale, è il ministero ecclesiastico; l’altro temporale, è il governo politico. Il primo affidò agli apostoli e loro successori, l’altro ai principi, in tal forma che non possano quelli intromettersi in ciò che a questi si appartiene. Il papa adunque, capo del governo spirituale, non ha potestà nelle leggi de’ principi sopra le cose temporali, nè può privarli degli Stati, nè liberare i sudditi dalla soggezione. La dottrina opposta d’interdire i regni, destituire i re, concitare i sudditi a ribellione, quando il principe si trovi a lite col papa, è dottrina sediziosa e sacrilega, contraria alle Scritture e all’esempio di Cristo e de’ Santi. Le esenzioni dei cherici o sono