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da quelli del Senato; e un cursore detto il Fante degli Inquisitori, che portava le intimazioni.

La cittadinanza si divideva in due classi: quelli che l’avevano per diritto originario, e quelli che l’avevano acquistata per lunga dimora, nella quale ultima s’intendevano compresi tutti i sudditi della terra-ferma. L’ordine cittadinesco benchè non votasse ne’ consigli, aveva una parte attivissima nell’amministrazione, ed erano a lui riservati gl’impieghi i più lucrosi.

Primo era il Cancellier Grande, carica illustre, a vita, onorato quasi come doge, per dignità sopra i senatori, inferiore solo a’ Procuratori e consiglieri ducali: aveva 2000 ducati (10,000 franchi) di stipendio, ma tanti straordinari che ammontavano a somma ragguardevole, sì che facilmente poteva arricchire. Aveva ingresso in tutti i consigli, sottoscriveva tutti gli atti pubblici, era il capo di tutta la cittadinanza, e principalmente della segreteria e cancelleria di Stato. Dignità ambita così che Marco Ottobuon, padre di Alessandro VIII papa, ricusò la qualità di patrizio per non rinunciarla.

Venivano in seguito i quattro secretari dei Decemviri, i ventiquattro del Senato, indi i notai ducali che ammontavano a più di sessanta, e il numeroso corpo dei cancellieri, a tutti i quali uffizi erano eletti soli cittadini originari.

E dalla seconda classe di cittadini si cavavano i notai pubblici che formavano un collegio sotto la direzione del Cancellier Grande, i ragionieri o computisti, e gli avvocati fiscali, di cui ogni dicastero


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