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184 capo x.


Infatti le frequenti rivoluzioni patite dai Veneti lo spazio di cinque secoli, tutte derivate dalla soperchia autorità dei dogi, de’ quali sopra 50, 19 almeno furono o spenti o esulati, suggerirono i rimedii di prevenirle. Nell’XI secolo fu vietato a’ dogi, di associarsi i figliuoli; a scemarne la troppa autorità furono con loro aggiunti due consiglieri, senza i quali nulla operare potessero; e fu creato un magistrato di tre cittadini per l’amministrazione della giustizia, di cui il doge era capo, e anche giudice in appello.

Nel secolo seguente l’aristocrazia fece nuovi progressi, e la potestà ducale fu viepiù limitata. Allontanata la moltitudine dalle pubbliche faccende, fu in sua vece creato un Gran Consiglio di 470 in cui fu rimesso il potere sovrano: i due consiglieri del doge diventarono sei. E usando il principe ne’ casi ardui consultare alcuni tra i primi, cui il popolo nei suo dialetto chiamava Pregadi, fu deciso che questo consiglio non fosse più ad occasione, ma permanente in un corpo di 60, non scelto a talento del doge, ma per scrutinio del Gran Consiglio. Da qui il Senato detto anco il Pregadi.

Per l’amministrazione della giustizia civile e criminale fu eletto un corpo di 40 cittadini detto perciò la Quaranzia, onde al doge non restò più della facoltà giudiziaria se non se la decisione di piccole cause, e il ricorso in appello di alcuni tribunali subalterni, d’instituzioue popolare.

Così nel XII secolo, quando ancora gli altri popoli non avevano governo o l’avevano tumultuario, la repubblica veneta si era data una sensata costi-