Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/169


capo ix. 161

merose clientele e di mezzi di potenza, non contenti di avere esentuate dalle pubbliche gravezze e dal fôro comune le persone loro, vi esentuarono anco quelle dei loro famigli e dipendenti, dette perciò persone privilegiate; e i teologi ebbero per deciso che anco le concubine de’ preti appartengono ai fôro della Chiesa. Non è una facezia di Frà Paolo Sarpi o una finzione di lui come fu creduto da alcuni, ma è un punto di giurisprudenza notato dai glossatori del diritto canonico i quali dicono: Uxor non legitima, cum sit de familia sacerdotis est de foro ecclesiæ, sicut et alii qui sunt de familia ejus.

A ciò contribuì la superstiziosa sommessione che le nazioni germaniche professavano inverso a’ loro druidi o preti. Il cristianesimo insegnato da missionari ignoranti e non sempre disinteressati o sinceri, lindo a fondersi nel druismo e ne scaturì una mistura di culto barbarico che aveva del cristianesimo i nomi e le apparenze, ma era sostanziale e pretta idolatria. Ciò accadde precipuamente nelle Gallie e nella Brettagna dove il clero subentrando a’ druidi ne ereditò la preponderanza, e acquistò di molte ricchezze: le ricchezze fruttarono le corruzioni, poi le gare e le discordie, e infine la necessità di un giudice independente a cui ricorrere. L’arci-druido era appo i Celti il pontefice massimo, e, lui solo interprete legittimo de’ divini secreti, esercitava sul sacerdozio subalterno e sui laici un’autorità piena, assoluta, tremenda. Scomparsa poi quella religione, i vescovi rappresentarono la parte dei druidi, e agli occhi de’ Barbari diventò arci-druido il vescovo romano, tanto più per loro reverendo quanto che si


Vita di F. Paolo T. I. 11