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158 capo ix.

più ricca, e per dare qualche legittima apparenza all’abuso solevano farlo approvare da Roma. Poscia per le invasioni de’ Normanni e de’ Saraceni disertate le terre, fugati gli abitanti, impoverite le chiese, rimanevano le diocesi abbandonate dai loro pastori; intorno alle quali i papi essendo richiesti di consiglio, essi le davano in governo a qualche vescovo vicino, riunendo provvisionalmente le rendite di due poveri episcopati in un solo. Talvolta una diocesi per essere troppo vasta, o per liti tra città e città, per contrasti tra il vescovo e il clero, veniva dal papa di accordo col metropolitano e col principe divisa in due. Ma le false Decretali acconsentirono a’ pontefici una piena autorità sulle traslazioni, unioni o divisioni delle sedi, che fu inseguito origine a disordini, a simonie e ad ogni genere di corruttele.

Da esse pure, ovvero dalla sconfinata potestà che attribuivano a’ pontefici, furono autenticate tutte le esorbitanze de’ cherici intorno alle immunità e privilegi loro. Costantino fu il primo che permise alla Chiesa di acquistare beni stabili per donazione; e 50 anni dopo l’avidità dei cherici era andata tant’oltre che (nel 370) Valentiniano I proibì loro di accettare legati neppure per via intermedia: legge molto lodata da Sant’Ambrogio e da San Gerolamo. Ciò nondimeno fu abolita in seguito; e i cherici vantaggiandosi della superstizione altrui non solo arricchirono, ma attribuirono alle loro ricchezze idee di santità e di possesso divino, e ne dedussero la conseguenza che fossero inviolabili. E quantunque Sant’Ambrogio e San Gregorio il Grande ed altri