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128 capo viii.


Per la morte di Angelo Caffarino, de’ domenicani, vacava allora la sede vescovile di Caorle, di cui la nomina apparteneva al Senato, la instituzione al pontefice. È Caorle un’isola delle lagune, verso il Friuli, di circa 6000 abitanti, sparsi in dieci villaggi. Ma un vescovo, per dignità il primo della Venezia marittima e per ristrettezza di confine e parcità di rendite il più miserabile di quanti ne aveva la Repubblica, e però conferito solitamente a’ frati. Eccitato il Sarpi ad aspirarvi, ne supplicò il Collegio, o vogliam dire consiglio di Stato, il quale non mancò di raccomandarlo a Roma nella qualità di candidato. Ma Offredo Offredi nunzio apostolico a Venezia, volendo invece portare il suo confessore Frà Lodovico de Grigis francescano, scrisse al pontefice, non accettasse Frà Paolo già autore di tanti consigli e scritture al Senato in pregiudizio degli interessi della Santa Sede; che non credeva nella filosofia di Aristotele e consigliava che per decreto pubblico non fosse insegnata nella università di Padova se non con certe restrizioni; e che nell’accademia del Morosini negava l’immortalità dell’anima: e intanto gli raccomandava il De Grigis, che si ebbe il vescovato. Benchè al Senato spiacesse l’affronto, desideroso di evitare contrasti per causa privata e di poco momento, si tacque.

Quell’accusa dell’immortalità dell’anima era giusta, ma esposta malignamente e con ignoranza. Ecco il fatto.

In quel tempo l’università di Padova era divisa in due fazioni: de’ filosofi sperimentali, e degli aristotelici. Fra gli ultimi era Cesare Cremonini en-