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116 capo vii.

invero d’ora in ora, ed anco spesso, alterchi, perchè la repubblica non volle mai ammettere l’intervenimento della potestà ecclesiastica nella sua amministrazione interiore; ma di solito finivano in composizioni amichevoli. Ma dopo che i dominii pontificii, per l’acquisto di Ferrara, si trovarono a contatto con que’ della repubblica, le contese di giurisdizione canonica si associarono ad altre molto più vive intorno a’ confini, commercio, dogane, privilegi, stipulazioni antiche, che presero talvolta un carattere minaccioso; le quali benchè per l’assennatezza di entrambi si accomodassero o si assopissero alla meglio ciò nondimeno lasciarono in corte di Roma semi di disgusto, e una tal quale predisposizione a ostilità contro Venezia che sotto il seguente pontificato partorì una grave discordia. Dirò le origini principali.

(1592). Intanto che i Veneziani erano travagliati dagli Uscocchi, pirati immanissimi che abitavano in Segna di Dalmazia nei dominii di casa d’Austria, numerosi banditi condotti da capi audacissimi infestavano lo Stato Romano e il regno di Napoli, ed Ermolao Tiepolo, generale veneto, credendo di opporre una peste all’altra, gli prese al soldo in numero di 500 e trasportolli nell’Istria. La qual cosa udita dal papa, ne fu sdegnato, e mandò che quei masnadieri gli fossero consegnati; il senato rispose che doveva essere contento di vedersi liberato senza spesa di quella illuvie. Ma il papa andò tanto innanzi che richiamò il suo nunzio; il senato gli mandò ambasciatori per giustificarsi, e in ultimo non volendo romperla per una cagione così futile,