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capo vi. 113

candidato. A talchè il papa che aveva altri disturbi per la testa, la finì egli con eleggere ai 30 di maggio Angelo Maria Montorsi, eremita dei Servi del monte Senario presso Firenze, più atto alla santimonia che agli affari, e che non accettò se non dopo minaccia di scomunica. Nè perciò finirono le liti, ma sono estranee alla vita di Frà Paolo. Aggiungo solo che morto il Montorsio nel 1600, il Dardano fu di nuovo escluso dal generalato, toccato invece a un frate Arcangelo Tortelli da Parma; e morto anco questo il seguente anno, Gabriele ad arbitrio del cardinale Santa Severina, e contro le regole dell’Ordine, fu nominato generale ad interim e confermato da un Capitolo tenuto in Roma a’ 24 maggio 1603, ma poco godette di un incarico procacciato con tanti intrighi, perchè morì a Venezia a’ 27 febbraio del 1604. Frà Fulgenzio afferma che per riuscirvi spese 40,000 ducati; forse è un po’ troppo: ma è sempre vero che a Roma si paga e senza danari non si hanno santi.

Il cardinale Santorio di Santa Severina morì ai 7 di giugno del 1603, e mancato questo desposta protettore che disponeva delle cariche dell’Ordine come di cosa propria, mancò il principal fomite della discordia, come bene, quantunque con parole velate, osserva l’annalista de’ Serviti, contemporaneo. Il che giova a difendere Frà Paolo dalla accusa che la attizzasse egli medesimo per la voglia di diventar generale: mentre nelle liste de’ concorrenti a quella dignità, non mai si trova il suo nome.




Vita di F. Paolo T. I. 8