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4 capo i.

riti ricordo quanto notarono i contemporanei, dello strano accoppiamento di Francesco, piccolo di statura, fiero, torbido, litigioso, dedito alle armi, con donna di alte membra, d’indole dolcissima, e devota. Forse i fisiologi ne dedurranno conseguenze che influirono sul carattere di Frà Paolo. Aggiungo che nelle fattezze del volto egli alla madre assaissimo somigliava. Bene importa di non dimenticare come da’ suoi nemici gli fosse dappoi rimproverata questa sua oscurità di natali, quasi colpa; come se non fosse più presto un vanto: che è facile a’ ricchi sollevarsi co’ mezzi che loro dà la fortuna; ma il povero tutto debbe a sè stesso: non eredita la nobiltà, ma la crea.

Orfano del padre, che morì lasciando in poco buon sesto i suoi affari e la moglie vedova con due figliuoletti, il piccolo Pietro e una sorellina, Elisabetta cominciò di buon ora a insinuare nel figlio i sentimenti di religione; e ad iniziarlo nelle lettere lo affidò ad Ambrogio suo fratello, sacerdote di professione e che teneva scuola di grammatica e rettorica a cui concorrevano molti ragazzi nobili della capitale, tra’ quali Andrea Morosini, di quattro anni minore del Sarpi, in età matura suo amico, dotto, ameno; e autore elegante di latina istoria della sua patria.

Pietro avea sortito dalla natura una complessione gracile, onde lo chiamavano Pierino, indole pensosa e tacita, avversione a’ passatempi, sobrietà meravigliosa, grandissimo trasporto per gli studi, il che congiunto ad ingegno perspicacissimo e a tanto prodigiosa memoria che soleva recitare di un fiato