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ANACREONTICA


E lasciar le amiche sponde
     Del gran Tebro l’acque bionde
     Si vedran, e i vaghi colli
     Pur del Fabio sangue molli
     Valicar, e in questi campi
     Liete scorrer senza inciampi:
     E cangiata in allegrezza
     Eco sua prisca tristezza,
     Fuor de’ sassi uscir con Jole
     A menar gaje carole:
     E Isïone condannato
     Alla ruota dal rio Fato,
     Sciolto omai della sua pena
     Cantar gajo a suon d’avena:
     E dagli alti pini in vetta
     Salir lepre timidetta
     Si vedrà, leggiadro Spirto2,
     Anzi che di verde mirto
     O di sacre eterne frondi
     Il mio crine Apol circondi.