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veramente male all’occhio, apparendo que’ tratti, come membra di persone mutilate.

Finalmente per opera delle Autorità governative competenti, sapendosi che i dipinti manifestantisi man mano, erano di buon pennello e appartenenti in parte all’epoca degli incunabuli dell’arte, furon prese per questa Chiesa, come già per molte altre, le disposizioni opportune.

Fu raschiato accuratamente il muro ed apparvero molte antiche figure delle quali alcune assai belle.

Non poche di queste però, son guaste dal tempo, o per la ninna cura con la quale furon tenute.

Ecco ciò che la commissione per la conservazione delle opere artistiche ha notato di ragguardevole nella chiesa.

1.º Affresco rappresentante, in proporzioni colossali, (circa m. 4) la figura in piedi di S. Cristoforo che regge sulla spalla sinistra il putto Gesù, e nella mano destra tiene un tronco d’albero con foglie. Attorno alla grande figura, ricorre un fregio con originali meandri pur essi dipinti a fresco. Questo dipinto viene attribuito a Cimabue.

L’affresco occupa in tutta l’altezza, un tratto della parete a destra, entrando in chiesa, fra la balza, o zoccolo e la linea delle mensole della tettoia.

La figura di S. Cristoforo fa parte degli affreschi della stessa mano che adornavano anche tutto il rimanente delle pareti ed era l’unico frammento rimasto scoperto, mentre al resto era stato dato di bianco. È alquanto decolorito e qua e là anche scrostato, ma in complesso, se si tien conto della sua grande antichità, non può dirsi in cattive condizioni. È antica e comunemente ripetuta l’attribuzione di questi affreschi a Cimabue. Essa è anche ripetuta in una iscrizione, apposta nel 1780, sulla parete a sinistra al disotto d’un rozzo e goffo bassori-