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vasto cortile rettangolare, una specie di chiostro, murata anche dall’altro lato, e vi si accede per un ampio portone. Quello che rimane dell’antica Badia serve ad uso di canonica, abitazione del parroco. È un avanzo, un residuo, l’attual fabbricato di quello che fu una volta, ma la vastità delle sale, la bellezza de’ soffitti, l’ampiezza delle scale, mostrano la primitiva grandezza. In estate, da due anni, grazie alla gentile pietà d’un benefico comitato, la cui anima è stata la Principessa Maria Antonietta Strozzi, si raccoglie nella Canonica una colonia di fanciulli delle scuole elementari fiorentine.

Non si possono tributar lodi condegne a coloro che si dedicarono alla santa impresa; i loro nomi sono scolpiti nel cuore di tutti gli onesti. Non possiamo però a meno di ricordare l’Ispettore scolastico Cav. Enrico Carini al cui zelo tanto devono l’incremento e la prosperità di questa istituzione. In lui quei bambini hanno trovato più che un secondo, amorevolissimo padre.

Questa bella istituzione che deve tutto alla pubblica carità, alle tenui offerte degli alunni ed alla sua ragione di esistere, è d’una indiscutibile efficacia per la salute dell’organismo fisico che si migliora e rinvigorisce col moto regolato all’aria ed alla luce e con la pratica applicazione delle norme dettate dall’igiene.

Ma più che per il bene fisico questa istituzione è opera efficace per l’azione educativa, che sulla mente, sul cuore, sulle abitudini dei bambini esercitano la presenza e la cura continua ed amorosa de’ maestri. Queste stazioni scolastiche, nate dalla scuola, se ne possono considerare siccome un ramo; ne compiono l’azione educativa col governo e l’affetto d’una famiglia ben diretta e disciplinata.

Possono giustamente considerarsi come un ramo della