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un Santo e vollero tramandarci il fatto raro colla seguente iscrizione:

Eugenius IV P. M.
Dedicato D. Marci templo A. D. MCCCCXLII
Una nocte moratus est hic
Ubi in cellulis a se extructis Magnif. Cosm. Med.
Saepe habitavit ut D. Antonini colloquio
Frueretur.

I monaci vivevano presso la chiesa, quali vigili custodi delle cose sacre, presso la chiesa onde esser più pronti ad accorrere quando fossero chiamati alle preci, al coro, alla meditazione.

La chiesa della Badia ha un piccolo portico, pronao, e la porta ha un architrave rozzamente scolpito. Sopra è una lunetta, nella quale è dipinta a fresco una Vergine col bambino e due colombe portanti nel becco un cartello sul quale è scritto: Ave Maria: Si riferisce ad una leggenda intorno alla fondazione della Chiesa1.

Il dipinto si crede di Giotto o della sua scuola. Nella parete del portico, volta a Nord, sono due iscrizioni; una ritrovata da D. Ireneo Fedeli, quando era parroco alla Badia, fra le macerie accumulate lì intorno dai vandali moderni, ed accenna all’epoca della restaurazione della Badia, dando l’anno della fondazione 1005.

Anno M. V.
Haedificata
Fuit hae.... abat....
Ia qam resta.
Uravit anno M. V.
LXXXVIII dominus pres (bïter),
Io (anes) et Dominus Pandulphus.



  1. P. Emilio Bertini. Guida.