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in pochissimo buon odore di santità presso queste popolazioni, quando scese fra noi la lava vesuviana della rivoluzione francese, questo baluardo della tirannide antica non fosse stato lasciato demolire dai nuovi estrani tiranni.

Il castello, assai vasto, era cinto di larghe mura, nei luoghi più opportuni difeso da ampio fossato, da torri onde si potea gittare sugli assalitori una grandine di proiettili, o una pioggia di materie infiammabili: la ròcca ne era il principal fortilizio. Di questa, dei terrapieni, delle mura, del cassero restano i brani; si veggono i vestigi della cisterna, delle segrete, delle scuderie, del primo ponte levatoio, delle porte. Santa Barbara è la patrona delle polveriere nelle navi da guerra: S. Agata dei vecchi castelli medioevali, e anche questo maniero era, e quel che ne rimane è dedicato a Santa Agata.

Caduti i Bardi al folgorìo delle armi rivoluzionarie di Francia, i legnami, i pietrami della ròcca furon rapiti a poco, a poco, dopochè fu abbassata, anzi rotta in pezzi la campana feudale,1 stracciati i vessilli dei Conti. Fù una baldoria: l’edificio andò in ruina.... olocausto a una libertà che costava cara all’Italia! Vi erano inoltre abitazioni per le milizie, locale per il giusdicente e gli addetti, vi era la fattoria.... questi in parte rimangono.

Vi era e per buona fortuna rimane ancora, nel recinto del Castello murato, il palazzo baronale che fu prima degli Alberti, poi de’ Bardi. L’ebbe in enfiteusi



  1. Era grossissima: la ruppero a colpi di martello, per venderne il bronzo. Dicono fosse anche molto bella e rimontasse a tempi molto antichi.