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Cavarzano. — Oltrepassata la Badia di poco, ci si offre allo sguardo un tabernacolo che ha un bassorilievo in pietra arenaria rappresentante Nostra Donna col Bambino in braccio. Di qui fa d’uopo tenersi a sinistra e attraversato il torrentello che scende dal Poggio alla Casa rasentando il Pecorile, troviamo, poco dopo, un punto ove la via si biforca. Ambedue queste strade conducono allo Scoperta, ma seguendo diversa direzione. Quella a destra conduce al «Giogo» d’onde prendendo per il crinale e passando da Sasso Bibbio, tocchiamo in brevissimo tempo la cima del monte della Scoperta.

L’altro sentiero a sinistra più corto, ma più disagevole conduce alla Fonte al Romito, ove un bassorilievo scolpito da un Lodovico Bartolini, parente, ma in arte molto lontano, del celebre statuario, rappresenta uno dei miracoli di B.º Pietro. Si segue il piccolo sentiero a destra il quale conduce direttamente alle «Capanne delle Alpi di Cavarzano» e di qui salendo per la parte meno scoscesa si giunge in breve alla sommità.

Il Monte della Scoperta ha tal nome, perchè di qui si domina un amplissimo panorama e in Toscana e in Emilia. Si scorge, tra le altre belle vedute, a nord Montovolo, detto così dalla sua forma, ed ove si trova un santuario della Vergine assai rinomato, il Poggio di Vigo, immensa piramide e, quando è limpidissimo il cielo, s’intravede la bruna massa del Monte della Guardia che sovrasta alla dotta Bologna, ed ove sorge il celebre tempio dedicato alla Madonna, così detta di S. Luca.

Giunti alla Croce delle Alpi, seguitando la via comunale costeggiante Poggio di Petto su balze profonde e dirupi, colla vista d’un seguito maestoso di monti, giungiamo a Cavarzano, pittoresco villaggio, onde si scorge benissimo anche la vecchia ròcca di Cerbaia.