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questa pungente ed amara satira, avea tutt’altro in mira che la verità scrupolosa de’ fatti e dei luoghi, e, anche allontanandosi dal vero, raggiungeva il nobile scopo che si era prefisso.

Tornando al nostro proposito, il Sac. Masi non fu soltanto un erudito, ma prese parte vivissima nelle vicende dell’epoca sua burrascosa. Difese gl’interessi del paese con energia e costanza, si adoprò all’istruzione della gioventù e morendo legò al Comune tutto il suo avere. A lui, morto, fu mozza la testa per una cabala del lotto, da tre disgraziati i quali, ebbero lungo e clamoroso processo per sepoltura profanata e sortilegio.

§ 10. — Cavarzano

M. 650 sul mare.

Cavarzano è un antico villaggio e appartenne fino dal 1000 ai Conti Cadolingi. Dimorava in Cavarzano quel Conte Uguccione figlio del conte Guglielmo Bulgaro che, se non fu, come alcuni storici vorrebbero, il fondatore della Badia di Montepiano, donò ad essa estese possessioni. La Chiesa (580 m. sul mare) è molto vasta e dovette essere in antico storiata a buon fresco, come si vede da taluni avanzi che tutt’ora rimangono.

V’ha un fregio al tabernacolo degli Olii Santi, in plastica robbiana, molto pregevole. A levante e poco distante dalla Chiesa, sopra il culmine del poggio, s’inalzava il castello de’ Cadolingi, i quali abbandonarono, come già avemmo a dire, questi luoghi, davanti all’ingrandirsi de’ Conti Alberti. Di qui si gode uno stupendo panorama: il Bisenzio si vede correre nell’alveo sinuoso come un filo d’argento; le vette delle montagne, i bei