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milizie del Conte Piero e quelle degli Alberti di Monte Carelli; Celle, ove nacque nel 1588 Serafina Pezzuoli d’Ippolito, vissuta per anni ventisei rassegnatissima in mezzo ai dolori fisici più atroci, spirata il 24 Aprile 1628, sepolta onorevolmente in S. Michele degli Antinori a Firenze, dall’opinione popolare ritenuta degna dell’onor degli altari1; Segalari, Costoze, Ceraio, La Valle, La Rocca, Casigno, Sanguineta, Sasseta.

A S. Quirico vide la luce nel 1844, da Lodovico, uomo pure di svegliatissimo ingegno, Vittorio Fedeli, rapito alle lettere, alla patria, alla famiglia, nei trentasei anni, assassinato, vittima della sua rettitudine. Questo misfatto compivasi il 10 agosto 1880 sulle alture di Gavigno, vicino ad un vecchio tabernacolo, ricovero ai viandanti ed ai villici nel fogno o nevischio invernale e nei subiti temporali mentre il compianto Vittorio recavasi a Fossato. Lasciava la vedova e un figlio pargoletto, orfano, ahimè! troppo presto.

Cuore generoso e caldo amò molto, giovò a molti; ingegno culto, versatile, pronto, scrisse bene in prosa ed in versi. Le sue poesie originali «Fiori appassiti» sono improntate ad una melanconia che fa pensare fosse presago della sua fine precoce, immatura.

Tradusse, e bene, vari lavori, specialmente poetici, dal Rumeno, dal Greco moderno, dallo Spagnuolo: si occupò di cose storiche, specialmente paesane; lavori lodati an-



    verso endecasillabo intero. Talora vi si è recato il concerto musicale del Comune e i suoni ripercossi e ripetuti nella vallèa danno un effetto stupendo.

  1. Brocchi G. Maria. — Vite de’ Santi e Beati fiorentini.
    Serafina Pezzuoli. — Buona Novella, N. 52, 1869.
    Richa. — Notizie delle Chiese fiorentine, Tomo 3.º