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316 Lettere


legorici comentatori, e delle lor misteriose visioni e indovinamenti sopra Dante e sopra il Tasso? Il piacevol si è, che come i vostri per la divina commedia e per la Gerulamme, così quelli per Omero ha profusa l’erudizione e il sapere entro i lor sogni t deliri. Dante merita scusa dell’essersi lasciato portare nell’allegorico dalla sua fervida immaginazione in un tempo che assai pregiavasi il misterioso, perchè non sapeansi trovar le bellezze della natura e giustamente imitarle per cagion della lingua ancor rozza e del gusto non depurato, onde tanti vi furono di quei tempi scrittori di simboli e di allusioni anche fuori di poesia. Ma Dante almeno sapea quel che volea dire, e mirava a grandi obbietti velando così la morale filosofia ed inoltre la teologia rivelata, le tradizioni, le scritture, infin tutte le scienze abbracciò e fuse nella profondità di una sublime immaginazione, il tutto avvivando, dipingendo, e rivestendo di quadri, d’immagini, di pensieri nati in lui solo, da lui creati, e dalle sue forze sole sovranamente maneggiati. Oh dice pur bene quei vo»