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Inglesi. 253

nuovo Virgilio, soggiunse: ira troppo poco altresì mi sento onorato dal vostro pensare, se riflettete alla irriverenza, con cui egli ha scritto de’ nostri maestri e padri della lingua e della poesia, che da tanti secoli sono in possesso d’una fama intatta, all’imprudenza di concitarsi contVo tutta l’Italia, mettendosi solo contro della corrente, alla superficial maniera di scrivere in materie sì gravi, che empiono i più gran tomi dei primi scrittori nostri, alla imitazione troppo servile di alcuni pensieri assai, noti d’altri autori, e finalmente allottile medesimo, che quantunque corretto e anche elegante italiano, è però alquanto diverso dai buoni esemplari, che sono i toscani del cinquecento, e molto più del trecento. Egli mi perdoni, ma io non ho mai insegnato alla gioventù se non questo stile, non mi sono allontanato mai da questi’ precetti nella mia gioventù sempre uditi ed impressimi dai maestri del mio abito stesso, e felle mie prose e poesie, che sono al pubblico uscire, ho sempre scritto e cantato ad onore di Dante g del Petrarca, del Bembo e del Gasa e de’ loro