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trattò i pratesi come amici ed alleati anzichè sudditi e vassalli.

E questa sua unione con Firenze le costò molto cara, perchè nel 1512, consenziente il Card. Giovanni de’ Medici, poi Leone X, fu devastata dalle bande spagnole guidate dal Cardona a riporre in Firenze la famiglia medicea, le quali diedero a Prato il famoso sacco, massacrando più di 5000 persone e per ventidue giorni rubando e guastando quello che non potevan portar via. Dopo questa sciagura divenuta preda dei Medici, n’ebbe dal loro governo l’ultimo colpo, sinchè sotto Pietro Leopoldo di Lorena si rianimò con le nuove industrie, le quali per l’operosità ed abilità dei cittadini crebbero di numero e d’importanza a beneficio della sua popolazione. =

Itinerario. Da Prato la via per Porta a Serraglio1 raggiunge in 15 minuti un borghetto di case, S. Martino, dove sino dal mille era un monastero di monache2: a sinistra una strada va a Figline e al Monteferrato, (V. Itin. 3). A destra, poco distante è la bella Villa detta dei Coccoli posseduta dall’antica famiglia pratese de’ Rinaldeschi, ora dai Naldini Del Riccio. Nel maggio del 1520 vi fu ospitato il Card. Giulio de’ Medici, che fu poi Papa Clemente VII. Il Comune di Prato mandò un’ambasceria ad ossequiarlo e presentargli magnifici doni. Qui pure fu accolto il


  1. A circa mezzo chil. dalla Porta esiste la grandiosa fabbrica di tessuti fini di lana, scialli ricamati ecc. dei sigg. Kössler e Mayer et C. nella quale lavorano quasi 800 operai. Fu costruita nel 1889.
  2. V. Mattei, Elogio di A. Maricotti fra Gli illustri pisani, vol. 2, pag. 121. Pisa 1791.