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da cui
Raggi violetti
Se dunque consideriamo un cono avente per vertice rocchio dell’osservatore, per asse la retta che unisce l’occhio al centro del sole e per apertura angolare uno qualunque dei valori di 1) compresi fra e , ciascuna delle generatrici che incontra una goccia può riguardarsi come asse di un fascio di raggi efficaci. Questo cono comprende naturalmente le nuvole seguenti un arco luminoso che è appunto il primo arco dell’iride.
Le goccie poste al di sopra non possono inviare all’occhio i loro raggi efficaci che, quantunque paralleli ai primi, sono più alti. È pure evidente che la parte visibile del 1° arco proviene dai raggi che han penetrato la goccia sopra al raggio incidente normale poiché i raggi, che penetrano dalla parte inferiore sotto l’incidenza che conviene ai raggi efficaci, emergono diretti in alto. La porzione di arco fatto da questi ultimi può essere osservata al di sopra delle nuvole nelle ascensioni aereostatiche.
Tali appunto saranno i fenomeni di iridescenza osservati dal signor Green all’altezza di due miglia nelle nubi sottoposte.
Volendo considerare il caso di due riflessioni interne (che, come si sa, è quello del secondo arco colorato) si avrà subito, in analogia alle formule riguardanti al primo caso,
(1').