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racconta i fatti celebri, ne assegna le cagioni, mette in mostra tutta la propria erudizione e tutto quanto egli sa di filosofia naturale e morale e politica, e a quando a quando ne ricava precetti giovevoli alla vita individuale ed al governo de’ popoli.

Non fa d’uopo d’occhiali per vedere nettamente che la lettura della Divina commedia di Dante e de’ Trionfi del Petrarca risparmiò alla fantasia di Giovanni de Mena l’incomodo di creare il disegno del suo poema. E che altro fece egli, a dir vero, se non che tener dietro alla immaginativa de’ due italiani, cambiando il luogo della scena in cui collocò il suo mondo allegorico? Ma Dante (per parlare di lui solo), Dante, essendo un ingegno di gran tratto superiore al proprio secolo, trovò in se stesso di che arricchire il suo tema di sentita e sublime poesia, e spesso anche di splendida sapienza politica, di giusta morale civile. E per lo contrario il De Mena, nato in tempi assai posteriori (0, quando per tutta Europa gli studi erano piú avviati, anziché dare a divedere nel suo grottesco poema un complesso d’idee che vantaggiasse tutte quelle de’ suoi contemporanei, non parve adeguasse il sapere de’ piú ingegnosi fra quelli.

Da qualunque lato tu consideri la mente di Dante, trovi in essa ridotto a realtá l’ideale del vero poeta. L’originalitá è un bisogno per lui: è l’esuberanza delle sue forze intellettuali, che sempre gliela comanda. E fino in quei momenti, ne’ quali vorrebbe farsi credere imitatore d’altri poeti, egli smentisce col fatto la propria asserzione. Il De Mena invece confessa co’ fatti ciò che tace con le parole.

Parrá forse a taluni essere un rigore, che senta del crudele, il volere strascinare Giovanni de Mena ad essere confrontato con Dante. — S’egli — diranno taluni — si fosse sentito capace di stare, come il fiorentino, a capo del proprio secolo e di padroneggiarlo; se fosse stato uomo da prevenire, come, il fiorentino, con la propria sapienza individuale, la civiltá a cui giunse in appresso quel popolo per cui scriveva, egli

(i) Dante nacque del 1265 e mori del 1321. Il De Mena nacque del 1412 e mori del 1456.