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I

Della poesia castigliana da’ primordi di

ESSA FINO AGLI ULTIMI ANNI DEL SECOLO DECIMOQUARTO

La storia universale della poesia offre nella sua progressione il fenomeno di andamenti diversi in diverse nazioni. Nella bella Grecia l’infanzia di questa sovrana delle arti fu di poca durata, e in poco di tempo ella crebbe a tanto vigore da produrre i poemi immortali di Omero. Uguale a quella della Grecia fu la fortuna dell’Italia moderna, dove fuor della notte dei secoli rozzi, succeduti alla civilizzazione romana, apparvero di repente Dante e ’l Petrarca, traendo con loro l’aurora di tutte le arti e fondando le norme del buon gusto.

Altri popoli meno felici lottarono lungamente contra la barbarie, e, vincendola a poco a poco, acquistarono a poco a poco il sentimento dell’eleganza e dell’armonia; e non giunsero alla perfezione che tardi e a forza di fatica. Tale fu la sorte d’una gran parte delle nazioni moderne, e tale appunto fu quella della Spagna.

Ivi, quasi come per ogni dove, il verso scritto precedette alla prosa. La poesia spagnuola, o piú precisamente castigliana, vanta per sua prima opera il Poema del Cid , composto, a quel che pare, verso la metá del secolo decimosecondo (*). Allora, in mezzo alla confusione delle lingue, cagionata dalle invasioni dei barbari del nord, cominciava a pigliar forma alcuna quell’«idioma romanzo», che doveva spiegare poi tanto splendore e tanta maestá negli scritti di Garcilaso, di Herrera, di Rioja, di Cervantes, di Mariana.

(i) Il Poema del Cid non va confuso coi Romanzi del Cid , posteriori di un secolo, e pieni di ben altra poesia. Somigliano questi in certo modo, per le loro forme esteriori, alle antiche ballate inglesi, molte delle quali sono si giustamente apprezzate anche oggidí.