Pagina:Berchet, Giovanni – Scritti critici e letterari, 1912 – BEIC 1754878.djvu/185

Elegia comico-seria ed in prosa

Vieni colla querula lira, o bionda Elegia; e sparsa di lagrime sciogli le chiome...

— No, no; questa prosa somiglia troppo i soliti versi: cominciamo di nuovo. —

Fa’ la toelette una volta, o vecchia Elegia, se ti restano chiome.

E se, dai mille anni in poi che tu spandi i torrenti delle tue lagrime sulle arcadiche cetre, ancora te ne rimane una stilla, vieni, o pietosa, nel caffè di Demetrio (0 ad imprestarmela per , tante disgrazie.

Chi sará mai cosi dotto aritmetico da poter numerare tutti i miei nemici? Chi sa dirmi donde l’odio, gli strapazzi, gli sdegni contro di me, che non gli ho veduti pur mai!

Ignoro il mio delitto. Studiando, scrivendo, operando col coraggio dell’onestá, ho forse violati gli altari, tiranneggiatala patria, venduta l’innocenza?

Ho forse offesi tutti coloro che scrivono ed operano senza il coraggio dell’onestá? Oh! condonate l’errore giovenile: io sognava Lacedemone, ed era in Babilonia!

— Ahi! ahi! ahi!... — ho sciamato tre volte per riverenza delle nove muse, quando vidi l’atroce spettacolo!

Vidi (credetelo, o posteri) il foglio arditamente sincero, il foglio che tien desta l’invidia, quand’ella piú s’affanna a persuadere che dorme, il mio povero Caffè lacerato in mille brani, bruttato nel fango delle strade.

E l’asino grave, e lo stupido bue, e l’armento servile delle pecore lo calpestavano passando ! Sento ancora i ragli di gioia, i muggiti di trionfo, i belati di compiacenza. Oh vergogna, oh sventura irreparabile! ahi, ahi, ahi!...

Dimmi tu, o solo compagno rimastomi in tanta guerra, come potremo difenderci?

Ecco primo venirne contro il rotondo signor Cristoforo, inge (i) Demetrio era un caffettiere greco, nella cui bottega gli autori del Caffè hanno finto che avvenissero le loro conversazioni.