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12 scritti critici e letterari

di un linguaggio poetico, altro è lo spaziarsi per l’immenso mare di una lingua tanto lussuriante ne’ modi, e viva e parlata ed alla quale non si può chiudere il vocabolario, se prima non le si fanno le esequie. Ma lo specifico vero per salire in grido letterario è forse l’impigrire colle mani in mano, e l’inchiodar se stessi sul vocabolario della Crusca, come il giudeo inchioda sul travicello i suoi paperi perché ingrassino?

No no, figliuolo mio, la penuria che oggidí noi abbiamo di belle prose non proviene, grazie a Dio, da questo che la lingua nostra non sia lingua che da sonetti. Fa’ che il tuo padre spirituale ti legga la parabola dei talenti nell’evangelista; e la santa parola con quel «serve male et piger» ti snebbierá questo fenomeno morale.

Ora, per dire di ciò che importa a te, sappi, o carissimo, che i lirici tedeschi piú rinomati, parlo della scuola moderna, sono tre: il Goethe, lo Schiller e il Bürger. Quest’ultimo, dotato di un sentire dilicato ma d’un’immaginazione altresí arditissima, si piacque spesso di trattare il terribile. Egli scrisse altre poesie sull’andare del Cacciatore feroce e della Eleonora; ma queste due sono le piú famose. lo credo di doverle chiamare «romanzi»; e se il vocabolo spiacerá ai dotti d’Italia, non farò per questo a scappellotti colle Signorie Loro.

Poesie di simil genere avevano i provenzali; bellissime piú di tutti e molte ne hanno gli inglesi; ne hanno gli spagnuoli; altre e d’altri autori i tedeschi; i francesi le coltivavano un tempo; gli italiani, ch’io sappia, non mai: se pure non si ha a tener conto di leggende in versi congegnate non da’ poeti letterati, ma dal volgo, e cantate da lui; fra le quali quella della Samaritana meriterebbe forse il primato per la fortuna di qualche strofetta. Non pretendo con ciò di menomare d’un pelo la reputazione di alcuni «romanzi» in dialetti municipali; perché, parlando di letteratura italiana, non posso aver la mira che alla universale d’Italia1.

  1. Il Bouterweck, nella sua Estetica, riconoscendo tuttavia l’eccellenza di questi due romanzi, ne censura l’autore per questo solo che dava ad essi titolo di