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sulla «storia letteraria» del bouterweck 99

pensieri e riflessioni non può essere il frutto che di una libera e schietta considerazione dei fenomeni morali, degli avvenimenti pubblici, delle sventure, dei delitti, delle speranze, dei voti, dei rimorsi e de’ miglioramenti, ecc., di una nazione; e che lo esprimere liberamente siffatte considerazioni non essendo sempre stato in potere dei poeti d’Italia, ciò li veniva allontanando anche dal farle).

Le cagioni, che ristrinsero la libertá intellettuale de’ poeti per rispetto a’ concepimenti, fecero forse in modo ch’essi, giovandosi d’una bella lingua e d’un clima ridente, si dessero invece a rendere sempre piú splendida ed elegante l’espressione de’ loro concetti. Fra tutte le poesie dei moderni l’italiana certamente è quella che per riguardo allo stile, senza declinare dalla sua romantica novitá, piú s’accosta all’ideale della poesia degli antichi. Nell’arte di descrivere gli accidenti esteriori delle passioni, le situazioni, le azioni, ecc. ecc., i principali de’ poeti italiani non sono forse superati da nessun altro poeta europeo. E tanto è il bello estrinseco della poesia italiana che, s’essa per avventura fosse alcunché piú ricca di valore intrinseco, pigliandola in totale, e piú variata nella sua ricchezza, nessuna poesia d’Europa potrebbe osare di contendere con essa pel primato.

Fin qui il signor Bouterweck. Noi abbiamo giá detto piú sopra come un’appendice, ch’egli aggiugnesse alla storia della letteratura italiana, riparerebbe alla trascuratezza con cui ne esaminò gli ultimi trent’anni del secolo scorso. Certamente non isfuggirebbono allora al guardo filosofico del nostro autore i meriti di tre illustri poeti recenti: l’Alfieri, il Parini ed il cavaliere Monti.

Senza voler qui fare un’analisi completa delle opere di questi tre illustri italiani, ci basterá accennare rapidamente alcune cose che riguardano appunto l’importanza de’ pensieri e degli argomenti, con sí giuste querele desiderata dal signor Bouterweck nella poesia italiana presa in complesso.

L’Alfieri considerò la poesia e la trattò come un’arte destinata a diffondere nel pubblico le idee piú importanti sul merito